Brano: [...]ritto di ottenere un risarcimento, rivalendosi sia sui beni che sulle persone dei connazionali del responsabile del torto e del danno.

Vigendo oggi, sia pure entro certi limiti, uno stato di diritto internazionale, le rappresaglie attuate fra Stato e Stato svolgono una funzio

ne esclusivamente repressiva e non riparatoria come sanzione contro un illecito internazionale, per cui diventano a loro volta, di fatto, violazioni giuridiche.

La Convenzione di Ginevra del 1949 ha proposto che la rappresaglia sia soppressa anche in tempo di guerra, per essere sostituita da un arbitrato da parte di una commissione di inchiesta formata da Stati neutrali. Essa dovrebbe quindi essere regolata da una serie di norme, le principali delle quali sono: che la rappresaglia non può essere legittimamente esercitata da uno Stato, se non viene preceduta da atti diplomatici e può essere consentita solo dopo che questi abbiano avuto esito negativo; essa deve comunque rispettare le norme applicate ai casi di guerra; deve essere proporzionata al danno subito; non può essere e[...]

Brano: [...]to occupante a rispettare la proprietà e i diritti civili nei territori occupati, vietava il saccheggio, le esazioni immotivate e le multe collettive, esigeva un trattamento civile per prigionieri e ostaggi e tutelava il diritto della popolazione civile alla non collaborazione col nemico.

Violazioni

Questi principi furono violati in tutte le guerre del Novecento e da tutte le parti (e ciò, malgrado siano stati confermati e rinforzati dalla Convenzione di Ginevra del 1949, senza maggiori successi); occorre tuttavia precisare che le violazioni furono e sono assai diverse per intensità e sistematicità. Non sono possibili considerazioni globali, ma occorrerebbero analisi caso per caso; tuttavia si possono distinguere, a grandi linee, tre atteggiamenti fondamentalmente diversi. Va ricordato innanzi tutto il comportamento degli anglofrancoamericani alla fine della Prima e

Scritte di protesta dei dimostranti durante la lotta del Fucino (1950)

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Brano: [...] calda, gn infuso di tiglio ».

Bibliografia: M. Lucini G. Crescimbeni, Seicentomila italiani nei Lager, Milano, 1965;

C. Lops, Albori della Nuova Europa [Storia documentata della Resistenza Italiana in Germania), Roma, 1965.

Campi di prigionia

Si intendono come tali quei campi di concentramento essenzialmente destinati ai prigionieri di guerra, instaurati e mantenuti nei limiti previsti dal diritto internazionale bellico (secondo la Convenzione di Ginevra del 1929 sul trattamento dei prigionieri di guerra). Da non confondersi con i campi di internamento (v.) e con quelli di deportazione (v.), di cui fecero largo uso i nazisti con finalità e sistemi del tutto estranei al diritto umano e alle convenzioni internazionali, durante la seconda guerra mondiale numerosi campi di prigionia furono istituiti dalle potenze alleate per rinchiudere i militari degli eserciti dell’Asse e dei paesi satelliti che via via venivano catturati in combattimento e nelle regioni liberate, e in qualche caso anche civili internati.

Secondo le cifre ufficiali, nel cors[...]

Brano: [...]valutazione morale di un sistema dispotico e sanguinario e stimolava all’azione conseguente di lotta e di resistenza comunque fosse possibile. Ovviamente, l’atteggiamento di fronte al nazismo determinava quello di fronte al rinato regime fascista, e viceversa.

In questo travaglio di ardua scelta, una pagina di testimonianza morale anche più alta fu scritta da quei soldati e sottufficiali che, avviati al lavoro nei termini pur consentiti dalla Convenzione di Ginevra, rifiutarono qualsiasi prestazione e finirono negli Straflager (campi di punizione) o nei Konzentrationslager. Nurherosi furono gli internati militari che, per difformità di criteri nell’esecuzione del piano nazista o per rappresaglia immediata contro il totale diniego di « adesione », furono

Campi d’internamento tedeschi nella seconda guerra mondiale

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Brano: [...]anza del casi la loro cattura era avvenuta senza conflitto, e d’altra parte, allorquando, il regno del Sud dichiarò guerra alla Germania (13.10.1943), il gigantesco rastrellamento era già stato compiuto, secondo i piani messi a punto già dal precedente luglio, se non prima ancora. La definizione di « internati militari » fu dunque una finzione giuridica che celava peraltro un pfèciso intendimento punitivo; non essendo^essa prevista nella. citata Convenzione di Ginevra, sottraeva quegli uomini alla assi